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mercoledì 13 luglio 2016

Pensieri e Parole - La "Gimbomania" e il futuro dell'atletica

Gianmarco Tamberi
"Athletics like never before". 
Il motto che faceva bella mostra di sé un po' ovunque durante gli Europei di Amsterdam più che uno slogan è stato una promessa, un impegno che il management dell'evento ha rispettato con pochi piccoli accorgimenti, organizzando uno spettacolo che è riuscito nel miracolo di soddisfare sia gli atleti che il pubblico, presente sui campi di gara o di fronte alla TV.
In un momento storico in cui la (sempre meno) "Regina degli sport" soffre per una continua emorragia di aficionados,  questi campionati hanno indicato chiaramente cosa serva per uscire dalle secche dell'oblio mediatico: scelte innovative da parte degli organizzatori e atleti che sappiano bucare lo schermo per raggiungere chi l'atletica la ama ma anche chi ci inciampa facendo zapping.
Da questo punto di vista la decisione di portare alcune gare fuori dalla cornice dell' Olympisch Stadion è stata semplicissima e vincente al tempo stesso. Ospitare le qualificazioni dei lanci nel prato della Piazza dei Musei, con la bellissima facciata del Rijksmuseum a fare da quinta e gli spettatori a un passo dagli atleti, è stata un'iniziativa low cost che ha dimostrato una volta per tutte che non è affatto vero che i lanci non siano telegenici, tutt'altro. 
Sembra essere la strada giusta: portare l'atletica fuori dai campi di atletica. Ovviamente senza
snaturare le competizioni. Troppo complicato? No, serve soltanto un cambio di passo, affrontando queste necessità di spettacolarizzazione con un approccio diverso.
La musica cambia quando si affronta la seconda parte della cura. 
L'alchimia che fa sì che un atleta sia dotato di grandissime qualità sul campo di gara e sappia al tempo stesso entrare nel cuore dei tifosi non si riproduce in laboratorio, è una dote innata e
La Piazza dei Musei, Amsterdam
preziosissima, vitale in un mondo sportivo in cui la visibilità e la capacità di creare entusiasmi sono importanti quanto, e forse anche di più, del livello delle prestazioni per fare breccia nel "cuore" (leggasi portafoglio) degli sponsor.
Per questo il movimento mondiale dell'atletica, e quello nostrano in particolare, devono ringraziare la buona stella che gli ha portato in dote Gianmarco Tamberi, uno che sa salire fino in cielo e che mentre lo fa coinvolge tutti quelli che lo guardano. Uno che prima di provare a superare i 2.40m non ci pensa due volte a saltare i cartelloni pubblicitari per stringere la mano a un ragazzo "speciale" che fa il tifo per lui. Insomma, uno che è una star ma non deve sforzarsi per esserlo. 
Una vera benedizione per chi sta progressivamente perdendo terreno nella guerra per la visibilità perchè, piaccia o meno, lo sport ha bisogno di eroi, di icone su cui chi è fuori dall'arena possa riversare la propria passione.
Lo hanno capito benissimo gli organizzatori dell"Herculis", il meeting di Montecarlo in cui il 15 luglio il saltatore marchigiano affronterà un test preolimpico in cui probabilmente cercherà nuovamente di volare oltre il muro dei 2.40m.
L'iniziativa dei manager monegaschi è piuttosto divertente: ingresso gratuito a tutti coloro che si presenteranno ai botteghini con la stessa bizzarra rasatura, il famoso "half-shave", che il saltatore marchigiano utilizza come scaramanzia per le gare importanti.
Un'idea di marketing estremamente suggestiva che purtroppo penalizza le donne. 
Ma come si dice...non si può avere tutto!

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