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martedì 23 febbraio 2016

Pensieri e Parole - Quer Pasticciaccio Brutto de Via Flaminia Nuova

Martin Pilato
Lo sport agonistico si basa su un principio semplicissimo: il migliore, il più meritevole, vince e il suo primato sugli avversari viene riconosciuto e premiato. 
E' un principio comune a tutti gli sport. Ovviamente presuppone che i contendenti non ricorrano a nessun tipo di imbroglio e che rispettino le regole che sono state stabilite precedentemente, ma tolte queste naturali clausole anche la componente dovuta al caso non può essere chiamata in causa per contestare una vittoria ottenuta in modo limpido e corretto. Se la vittoria poi è evidente come quelle del Campionissimo, quelle in cui l'annunciatore radiofonico scandiva: "Primo classificato Fausto Coppi, nell'attesa del secondo trasmettiamo musica da ballo"... bè allora proprio non si può fiatare.
Questo principio oggi non vale più. Almeno per quanto riguarda l'atletica leggera italiana.
La modifica dei criteri di selezione per la Coppa del Mondo di Marcia è di qualche settimana fa (leggi qui), ieri scorrendo le convocazioni per il triangolare di lanci che si terrà sabato prossimo abbiamo notato un ennesima "anomalia", anzi a dire il vero ne abbiamo notate due: a rappresentare l'Italia nel disco maschile under 23 non ci sarà il campione italiano Martin Pilato (Fratellanza Modena) vincitore con 55.59. A vestire la maglia azzurra non è stato chiamato nemmeno il secondo, distantissimo, classificato Valerio Forgiarini (Gemonatletica) che si è conquistato l'argento con un lancio di 51.60. No, a Caorle sarà il terzo di quella che doveva essere la gara principale di selezione a rappresentare l'Italia, quel Giulio Anesa (G. Alpinistico Vertovese) che in toscana per un solo centimetro si è dovuto accontentare del bronzo.
Prima di andare avanti vogliamo dire a chiare lettere che siamo assolutamente consci che gli atleti non abbiano nessuna responsabilità di questa situazione e che auguriamo a chi scenderà in pedana di poterlo fare nel miglior modo possibile e senza nessun tipo di pressione psicologica, ma una domanda è assolutamente inevitabile: come è stata fatta questa scelta?
Pilato, da noi interpellato telefonicamente, ci ha cortesemente comunicato che non aveva intenzione di mettere in discussione le decisioni del settore tecnico federale e che augurava il meglio al compagno scelto per il triangolare, ma a noi è rimasta una curiosità.
Se il ravennate della Fratellanza avesse vinto per pochi centimetri avrenmmo potuto comprendere una spiegazione basata su una scelta tecnica del C.T. della nazionale, ma in Toscana sono stati quattro metri esatti a separare il romagnolo dal bergamasco...davvero un po' troppi per giustificare una decisione discrezionale.
E allora? Allora non resta altro da fare che attendere un comunicato ufficiale da parte della Fidal che spieghi quali siano stati i criteri che hanno sotteso a questa decisione.
E ci auguriamo di non dover sentire il poco credibile "Intendiamo preservare l'atleta per la Coppa Europa".
Stiamo parlando di un discobolo, mica di uno che fa la 50 km! Anche perchè pure per loro ci sono norme ad hoc...
La seconda "stranezza" che abbiamo notato è la convocazione di due giavellottisti under 23 quando per tutte le altre gare della categoria è prevista la presenza di un solo atleta.
Il campione italiano invernale Roberto Orlando (Virtus Lucca) vincitore con 64.87 sarà affiancato (fuori gara) dall'altoatesino Andreas Zagler (Athletic Club 96) che ai tricolori gli è rimasto alle spalle per una manciata di centimetri. In questo caso la scelta del tecnico preposto a decidere chi portare in Veneto potrebbe essere stata sicuramente più complessa, è assolutamente comprensibile.
Ciò che proprio non riusciamo a spiegarci è un salto di quattro metri e due posizioni in classifica. Forse sarà stata una distrazione, o forse parafrasando Blaise Pascal: "La Fidal ha delle ragioni che la ragione non sa comprendere."

lunedì 22 febbraio 2016

"On your marks!" - Gubbio, Lucca e le indoor. Week end denso

Il campo di gara della Festa del Cross di Gubbio
Cross, lanci lunghi e qualche indoor hanno riempito il fine settimana degli appassionati di atletica.
La Festa del Cross di Gubbio è stata avara di soddisfazioni per gli emiliano romagnoli che tornano dalla trasferta umbra con un solo piazzamento a podio, quello della squadra maschile della Fratellanza Modena terza nella classifica combinata.
Per il resto solo posizioni di rincalzo per i team della nostra regione con la Casone Noceto ai piedi del podio della gara seniores maschile e la Corradini Rubiera quinta fra le donne senior. Stesso piazzamento per la squadra degli under 20 della Sacmi Imola.
Molto più ricco il bottino con cui i nostri tornano da Lucca dove si sono svolti i Campionati Italiani Invernali di Lanci. Sara Fantini (Cus Parma) ha faticato a lungo per entrare in sintonia con la pedana lucchese, i primi quattro lanci sono stati assolutamente al di sotto delle sue possibilità e fino alla fine è sembrato che la maglia tricolore dovesse finire sulle spalle della neo-finanziera Lucia
Martin Pilato
Prinetti Anzalapaya
che pur rimanendo lontana dalla fettuccia dei 60 metri ha guidato la classifica con un certo margine fino all'ultimo turno. Al quinto turno la parmense ha finalmente trovato un lancio discreto ma ancora 20 centimetri al di sotto del 58.30 della piemontese. Soltanto all'ultimo tentativo la Fantini è riuscita a mettere insieme tutti i giusti automatismi mettendo a segno un 59.55 al quale l'Anzalapaya non è risucita a replicare.
In questa stessa gara si è registrato l'ottavo posto di Matilde Buda, riminese in forza all'Atletica Estense, che si è confermata sui suoi livelli abituali.
Nel giavellotto under 18 sono stati necessari due lanci alla santarcangiolese Emanuela Casadei (Self Reggio) prima di assestare le traiettorie. Prima 39.63 al terzo turno, e 40.89 al successivo ritorno in pedana e la romagnola al primo anno fra le Allieve ha raggiunto il sesto posto della classifica, un bel "più uno" rispetto alla griglia di partenza.
Dal disco donne vinto da Natalina Capoferri (Atl. Brescia 1950) con 54.46 è arrivato l'argento di Stefania Strumillo (Atletica 2005) , bolognese trapiantata a Rieti da alcuni anni, che si è fermata a 53.17. Quindicesima piazza per la lanciatrice campana dell'Atletica Reggio, Carmela Guaglione, che ha messo a referto un miglior lancio di 36.21.
Il podio dei 60 metri maschili
C'era molta attesa per la gara di Martin Pilato, e il ravennate non ha tradito le aspettative. Primo lancio a 55.59 e titolo promesse in tasca. Poi una serie di tentativi non alla stessa altezza, ma al neo-acquisto della Fratellanza è riscita anche la scommessa di salire sul terzo gradino del podio Assoluto.
Nella riunione al coperto di Modena, la fresca campionessa italiana giovanile Zaynab Dosso
(Corradini Rubiera) si è tolta la soddisfazione di lasciarsi alle spalle un'atleta di indubbio valore come Irene Siragusa (Esercito). In testa dopo le batterie, l'atleta con le stellette ha dovuto arrendersi in finale alla Dosso che, chiudendo in 7.47 l'ha distaccata di quattro centesimi.
Fra gli uominio invece si è ripetuto il podio dei recenti Campionati Italiani Promesse: oro e personale per Simone Pettenati (Fratellanza) in 6.70, piazza d'onore solo per un soffio a Lorenzo Bilotti (Sacmi) che porta il pb a 6.72 e bronzo per Marco Gianantoni (Virtus Bologna) che ferma il cronometro sul tempo di 6.88.

lunedì 15 febbraio 2016

Pensieri e Parole - Coincidenze astrali

Che fine settimana fantastico! Prima Gimbo Tamberi che sale fino a 2.38, su quel tetto del mondo che porta già a fare sogni di samba, poi i cinque record italiani in poco più di un'ora di ieri ad Ancona. Alzi la mano chi ricorda una giornata di gare così piena di emozioni. Sì, sono record giovanili. Sì, sono indoor e quindi hanno uno "storico" ridotto rispetto a quelli all'aperto, ma li avete visti quei cinque ragazzi? Sono la punta di un iceberg che c'è, è innegabile, e che potrebbe rappresentare la speranza di futuro per la nostra atletica che naviga davvero in brutte acque.

Zenoni, Barontini, Oki, Di Panfilo e Dallavalle, non sono casi isolati. Motta, Dosso, Vandi, Romani, Gherca, ma l'elenco potrebbe essere molto più lungo se aggiungessimo anche i nomi di junior e promesse, sono dei prospetti davvero molto interessanti. Insomma, momenti come lo scorso week end ti fanno sperare che presto il nostro sport smetta di finire sulle prime pagine dei giornali soltanto per storie come quelle di Schwazer o dei whereabouts.   
E poi che coincidenza. Una serie straordinaria di primati fatta proprio il giorno successivo a uno dei momenti più esaltanti degli ultimi anni, proprio nella città del saltatore in alto che è tornato a casa e sta lì a guardarli.
A volte il caso mette tutti i tasselli al posto giusto perchè la festa possa riuscire al meglio.
Poi, proprio mentre stai pensando a quello che potrà fare all'aperto questa generazione di fenomeni che già a febbraio va così forte, vedi la notizia della gara di Andrew Howe a Goteborg.

7 metri e 54 centimetri chiosati da un breve tweet: "Prima gara dove ho cambiato gamba di stacco, non era la misura che volevo (anche perchè so di valere molto di più) sicuramente meglio la prox".

Lasci gli occhi sullo schermo ma non vedi più la notizia. Ripensi a quella volta a Fano, quando vedesti un ragazzino sconosciuto con la maglia del Lazio che saltava 7.52... e saltava male. Come un ragazzino appunto. 
"Che talento starordinario. Chissà dove potrà arrivare?" hai pensato quel giorno, proprio come stai facendo ora quando guardi alcuni di questi ragazzi. Dov'è arrivato lo hai visto, dove sarebbe potuto arrivare se la sua carriera non fosse stata un mix di infortuni e scelte discutibili non lo saprai mai. 
E poi che coincidenza. Andrea Dallavalle ha tolto proprio ad Howe il record italiano del triplo.
A volte il caso mette tutti i tasselli al posto giusto per farti pensare a quanto il talento da solo non basti.
In bocca al lupo per il futuro ai nostri fantastici ragazzi, con l'augurio che possano venire seguiti da persone che sappiano dare loro i consigli giusti.
In bocca al lupo anche a Andrew Howe. La prossima sarà sicuramente meglio. Sicuramente...

"On your marks!" - Ancona. Italiani indoor Allievi. Day two. Il giorno dei record

Marta Zenoni
Il giorno perfetto.
Non c'è altro modo per definire quello che è successo oggi ad Ancona. Cinque nuovi record italiani in un'ora e mezza non avrebbe potuto prevederli neppure il più ispirato degli indovini e che record.
Alle 14.30 partono i 1000 metri Allieve. Sulla vittoria di Marta Zenoni (Atl Bergamo 59) dubbi non ce ne sono, l'unica incognita è il tempo con cui chiuderà. La lombarda corre come se avesse un metronomo: 1.06.6 ai quattrocento, 2.13.5 agli otto, l'ultimo giro è una volata di 32 secondi. Il tempo finale è 2.45.60, 30 centesimi meglio del record italiano che aveva realizzato lo scorso anno.
Simone Barontini
Passano circa 20 minuti e sono i ragazzi della terza serie a schierarsi sulla linea di partenza. Nemo profeta in patria? Ma chi lo ha detto?Simone Barontini (Stamura Ancona) ci tiene a fare bella figura davanti al suo pubblico e apre subito il gas. Passaggi regolari da meno di 30 secondi al giro e chiusura un secondo e mezzo al di sotto del primato italiano che aveva fatto registrare su questo stesso anello un anno fa. Alle sue spalle Elliasmine, compagno di club della Zenoni che chiude in un ottimo 2.30.94, sembra non arrivare mai tanto è il distacco. 
Il pronostico dei 60 ostacoli Allieve è facile quanto quello degli 800. Se il diavolo non ci mette la coda la medaglia d'oro di Desola Oki (Cus Parma) non è in discussione. Ha corso per due volte in 8.42 nei turni eliminatori e il suo vantaggio sulle avversarie è talmente ampio che non sembrano possibili alternative. Allo sparo la parmense scatta velocissima ed è la prima ad affrontare l'ostacolo, alla terza barriera è già abbondantemente davanti a tutte. Quando interrompe il fascio della fotocellula il cronometro segna 8.31, sette centesimi in meno della sua performance da record italiano dello scorso anno su questo stesso rettilineo. 
Desola Oki
L'atmosfera del Palaindoor è già carica di entusiasmo per questi record in serie quando arriva il botto dalla pedana del salto triplo. L'autore è un altro emiliano, il piacentino Andrea Dallavalle. Al secondo turno ha già portato il personale a 15.27m misura che lo mette al riparo da sorprese nella lotta per il titolo tricolore, alla quarta rincorsa trova il salto perfetto: 15.70m, polverizzata la vecchia MPI di Andrew Howe e leadership europea stagionale.
Serve solo il tempo di regolare gli ostacoli perchè arrivi la cinquina. Mattia Di Panfilo (Futura Roma) ha dominato le batterie e le semifinali scendendo fino a 7.92, quando arriva il momento di distribuire le medaglie tutti gli occhi sono puntati su di lui. E lui conferma le aspettative. Dopo una buona partenza si mette subito in assetto e già al secondo ostacolo gli avversari non possono fare altro che guardare il nuomero sulla sua schiena. Quando ferma il cronometro sul nuovo recor allievi di 7.82 il suo vantaggio è talmente ampio da lasciare senza parole.
Cinque prestazioni di straordinario valore che non sono rimaste isolate.
Per pochissimo Andrea Motta (Atl Bergamo 59) non si aggrega alla comitiva dei nuovi recordman. A quota 2.12 si mette al collo la medaglia d'oro, poi prova i 2.15 che migliorerebbero di un centimetro il suo primato italiano. Niente da fare, ma i tre tentativi sono stati tutt'altro che velleitari .
Elisabetta Vandi
I 200 femminili sono stati al centro dell'attenzione per il duello fra la vincitrice dei 60 piani Zaynab Dosso (Corradini Rubiera) e la marchigiana Elisabetta Vandi (Avis Macerata) qualificatesi per la finale con lo stesso tempo di 24.83. Vandi in corsia 6, Dosso in 5. Pronti via e l'emiliana comincia subito a rosicchiare il decalage. All'entrata della seconda curva la sprinter di Rubiera ha già circa un metro di vantaggio che manterrà fino alla fine. 24.49 il crono finale.
Simone Proietti continua la tradizione dei pesisti della CariRieti e si aggiudica il getto del peso con facilità grazie ad una buona serie di lanci culminata nel 18.07 ottenuto al secondo tentativo.
Il più deluso da questi campionati italiani invece è, probabilmente, il talentuoso velocista romano Mario Marchei. Sabato ha inopinatamente mancato la finale del lungo, specialità dove vanta un pb di 7.17, domenica rimane fuori dalla finale per le medaglie dei 200 metri per due centesimi.
Sul gradino più alto del podio sale il trentino Cavagna in 22.42, Marchei vince la finale B...in 22.22. Non crediamo proprio sia stata una consolazione.
Il velocista della Futura Roma comunque non torna a casa senza medaglie. Conquista l'argento nell'ultima occasione disponibile, la 4x1 giro, dove il suo team si piazza fra i vincitori della CariRieti e il quartetto della Self Montanari Reggio Emilia composto da Dante, Nicosia, Bertani e Grisendi.


Tutti i risultati

I video (Only Athletics)


Il record Italiano dei 1000 metri di Marta Zenoni

Il record italiano di Di Panfilo sui 60 ostacoli

Il Record Italiano di Barontini sui 1000 metri


Il record italiano di Desola Oki sui 60 ostacoli


La sfida sui 200 allieve fra Zaynab Dosso ed Elisabetta Vandi



domenica 14 febbraio 2016

"On your marks!" - Ancona. Italiani indoor Allievi. Day One. Il Bignami che non ti aspetti e la "solita" Dosso

Stefano Bignami
Ci sono quei giorni in cui sai di esserti svegliato con il piede giusto, quelli in cui qualcosa dentro di te ti dice che qualunque cosa farai la farai al top.
Chissà se Stefano Bignami (Virtus Bologna) ieri mattina mentre faceva colazione si è accorto di essere in una di quelle giornate, di certo se ne è accorto dopo il suo primo salto. Quando la sua parabola finisce sulla sabbia il misuratore dice 6.84m, nuovo personale e primo posto temporaneo.
La provvisorietà, turno dopo turno, diventa sempre più definitiva: il migliore degli iscritti è il velocista romano Mario Marchei (Futura Roma), uno che quando alla fine della corsa mette uno stacco è capace di arrivare a 7.17m. Quella di ieri per lui è una giornata storta: due nulli e un 6.45m che non basta per avere altre tre possibilità per mettere a posto le cose. Il pescarese Mantenuto è il secondo della lista, ma non va oltre il 6.76 del quinto turno che per un solo centimetro gli da l'argento di una classifica cortissima: due soli centimetri fra il secondo e il sesto posto.
Quando effettua l'ultima rincorsa il virtussino lo fa con il sorriso soddisfatto di chi sa di aver compiuto un'impresa: dalla sesta misura d'iscrizione alla vittoria. Gran balzo!
Sidney Giampietro non è al 100% ma anche con una caviglia a mezzo servizio mette tre lanci oltre i 16 metri (il migliore a 16.50m) che chiudono subito la pratica. Dietro di lei Elena Varriale (Atletica Prato) si migliora di una quarantina di centimetri (14.40m) e lascia il bronzo alla vicina di casa, Chiara Salvagnoni (Firenze Marathon) che arrivando a 13.70m aumenta di quasi un metro il proprio personale. Da segnalare il primo lancio della santarcangiolese Anna Busetto (Self Reggio Emilia) che porta il personale a 12.63m e si guadagna la finale.
I 60 piani femminili sono la gara di Zaynab Dosso, non c'è un pronostico più facile. E l'ivoriana della Corradini Rubiera è una che ci tiene a confermare i pronostici.
Zaynab Dosso
La batteria va via facile facile in  un "riposante" 7.61. La semifinale  è una copia conforme che lascia a un centesimo Camilla Maestrini e a undici Giulia Curone (entrambe Brixia Atletica). In finale entrano altre due atlete dell'Emilia Romagna: Daria Sinatra (Interflumina Casalmaggiore) e Stefania Di Cuonzo (Atl. 85 Faenza).
Quando le cose si fanno serie la freccia nera di Rubiera toglie ogni eventuale illusione alle avversarie. Al suo terzo appogio è già chiaro che le cose andranno come al solito, a metà gara ha già un vantaggio notevole che deve solo controllare. Per vincere le basta correre il suo decimo tempo di sempre (7.45). Le due bresciane le fanno compagnia sul podio nell'ordine in cui si erano qualificate per la finale, la Sinatra chiude quinta, la Di Cuonzo ottava.
Fra i ragazzi Paissan (Atl. Trento), campione italiano cadetti 2015, ha messo in chiaro fin dalle batterie quali fossero le sue intenzioni (7.00 nel primo passaggio sui blocchi, 7.01 in semifinale), per poi mettere definitivamente il suo sigillo nella gara per le medaglie in 6.96 davanti a Ceglie (Libertas Palmanova, 7.00) e al compagno di club Cavagna (7.02)
Giulia Poeta (Acsi Italia) si conferma la numero uno delle altiste under 18 salendo a quota 1.74m (+ tre cm sul personale) ma in futuro dovrà guardarsi dal talento della sedicenne veneta Rachele Bovo (Riviera del Brenta) che ieri è arrivata all'argento a 1.72m migliorandosi di sei centimetri in un colpo solo. Nota di merito per Nicole Romani (Golden Club Rimini) quinta con il nuovo primato di 1.66m.
Sidney Giampietro
Mentre ricade dopo aver superato l'asticella a 4.70m Francesco Masci (CariRieti) sa di aver messo l'ipoteca sul titolo italiano. Quando Andrea Marin (Atl. Vicentina) mette la terza x sul referto a 4.75m ne ha la certezza. L'obiettivo diventa salire più in alto possibile. Prima porta il personale a 4.80 poi mira al bersaglio grosso, il record italiano del triestino Max Mandusic. Ieri 4.91m sono troppo in alto per il reatino, in futuro chissà.
Nel lungo Leila Kone, talento ivoriano della Sisport Torino, mette un solo salto valido a referto, ma è un salto da 5.96m che migliora di dodici centimetri il suo primato precedente. Può bastare? Di certo le da il titolo italiano 2016, se poi dovesse tovare una certa regolarità nelle rincorse dove possa arrivare è tutto da vedere.
Lo stesso discorso vale per la seconda, la friulana Giorgia Sansa. Alla saltatrice della Libertas Palmanova sono servite sei rincorse per trovare il bandolo della matassa, ma all'ultimo tentativo ci è riuscita atterrando dieci centimetri più in  là del suo miglior salto di sempre (5.86m).
Le batterie dei 400 Allievi hanno confermato le attese della vigilia: un uomo solo al comando, Andrea Romani (Centro Ester Napoli) e tutti gli altri a contendersi la seconda piazza.
La scelta di Elisabetta Vandi (Avis Macerata) di partecipare ai 200m invece ha reso molto più incerta la gara del doppio giro di pista. L'aostana Martina Mladenic (Atl. Calvesi) guida dopo le eliminatorie con una ventina di centesimi di vantaggio, ma i giochi non sono ancora fatti.
Elisabetta Vandi
Come da tradizione le ultime medaglie di giornata ad essere assegnate sono state quelle della marcia.
Sul filo di lana Anthea Mirabello (Fiamme Gialle Simoni) ha avuto la meglio sulla gemella Angelica per meno di un decimo di secondo alla fine dei tre kilometri di gara. 14.07.13 il tempo per l'oro.
Velocissimi anche i ragazzi che hanno occupato il podio dei 5 kilometri allievi, tutti e tre abbondantemente al di sotto del personale. 
Davide Marchesi (Riccardi Milano), nonostante due richiami per sospensione è riuscito a portare a casa la vittoria in 21.57.38, seconda posiszione per Nicolas Fanelli (Amatori Cisternino, 22.09.92) e bronzo per Luca Magistri (Fiamme Gialle Simoni) in 22.38.66. Quarto posto per Riccardo Orsoni (Cus Parma) che ha migliorato di quasi trenta secondi il suo pb sulla distana ottenuto all'aperto.


I video (Only Athletics)

martedì 9 febbraio 2016

Fuori Settore - Kenya. Caleb Ndiku, il Campione Mondiale disagiato.

Caleb Mwangangi Ndiku non è uno qualunque. 
E' un atleta capace di correre i 1500 metri in 3.29.50 e i 5000 in 12.59, è uno che ha vinto i mondiali indoor nei 3000 metri e si è dovuto inchinare solo davanti a Mo Farah nei 5000 dei mondiali di Pechino, eppure è un uomo pieno di disagio.
Se fosse nato nelle campagne della bassa Romagna avrebbe messo i cerchi maggiorati e l'alettone posteriore all'Alfa, ma è keniota e il rap è la sua forma di espressione del disagio. 
Non abbandoniamo questo campione smarrito. Se dovesse andare avanti così il rischio che finisca sul palco dell'Ariston a San Remo è fortissimo!




lunedì 8 febbraio 2016

"On your marks!" - Lanci invernali.Modena, seconda fase 2016. Attenti a quei due. Fantini e Pilato fanno il bis...e lo fanno meglio!

Sara Fantini
Nella gara di Reggio avevano dato l'impressione di poter fare molto di più, durante la seconda fase di ieri a Modena Sara Fantini e Martin Pilato hanno abbondantemente confermato questa sensazione facendo registrare due prestazioni di grandissimo valore, che risultano ancora più apprezzabili se si considera il periodo dell'anno e soprattutto che non sono state lampi isolati.
La serie del neoacquisto della Fratellanza è partita con il piede sbagliato ma subito dopo ha messo a segno due convincenti 55.06m e 55.01m. La botta giusta è arrivata al quarto passaggio in pedana quando il disco è atterrato a 56.01m, nuovo personale e a oggi miglior prestazione stagionale Assoluta, ma questo non ha accontentato il romagnolo che si è confermato anche nei due turni successivi con 54.97m e 55.91.
La Fantini invece ha chiarito da subito quelle che erano le sue intenzioni. Fine del riscaldamento e via tre bordate a 59.07m, 58.92m e 58.24. Dopo un piccolo calo di tensione, al quinto tentativo ha messo il sigillo definitivo: un 59.67m che rappresenta la sua terza misura di sempre e le da la leadership delle graduatorie Juniores. Un buon punto di partenza per affrontare nella finale di Lucca la sua avversaria più temibile, quella Lucia Prinetti Anzalapaya che da qualche settimana indossa la maglia delle Fiamme Gialle.
Grandi sorrisi anche per la riminese Matilde Buda, da quest'anno approdata alla corte dell'Atletica Estense, che si migliora di oltre tre metri e che aspetta di sapere se il suo 47.56m sarà sufficiente per garantirle il pass per la finale toscana.
Lucia Prinetti Anzalapaya
Per quanto riguarda le gare delle "sorelle maggiori" le vittorie sono andate, con misure inferiori, a due "ospiti" in trasferta: all'unica senior presente Greta Zin (Assindustria Padova) con 52.44m e alla Promessa Noa Ndimurwanko (G.S. Valsugana) con 54.03m che precede la reggiana Jasmine Fariss (Self Montanari) che mette un solo lancio valido a 47.37m.
E' un trasfertista anche il migliore dei martellisti, l'under 23 Michele Friso (Assindustria) autore di una gara altalenante conclusa a 59.01m davanti al senior Andrea Poli (Cus Bologna) che mette a segno un ottimo lancio da 55.85m. Il 6 kg a volare più lontano invece è quello di Gabriele Berti (Atl. Ravenna) che con 48.03 rimane poco al di sott0o del personale ottenuto a Reggio Emilia.
Nel disco Promesse Daisy Osakue (Sisport Torino) rimane molto al di sotto dei suoi standard e si ferma a 43.30m. A festeggiare è invece la senior Princess Irabor (Self) che al quinto lancio ottiene il suo primo over 40 in carriera: 40.41m. Nel giovanile Daria Soglia (Atl. Lugo) controlla facilmente con 36.51m davanti alla cesenate Chiara Dusi che porta il personale a 30.43m.
Dal giavellotto donne infine arriva la super prestazione di Emanuela Casadei (Self) che con il 40.45m di ieri può sperare in un posto in finale

"On your marks!" - Ancona. Italiani indoor Juniores e Promesse, seconda giornata. Parma, sempre Parma, fortissimamente Parma!

Marta Baruffini
Campionati Italiani Junior e Promesse, giorno due. 
Il Palaindoor di Ancona si sveglia presto e alle 9 precise le urla delle pesiste cominciano a riempirlo.
Per Marta Baruffini (Cus Parma), da qualche anno la migliore specialista emiliana, il mattino ha...l'argento in bocca. 
Al primo turno Martina Carnevale (CariRieti) porta il personale ottanta centimetri più avanti. 13.46m sono una bella ipoteca sul titolo e una bella botta per il morale delle sue avversarie. La lombarda Madam (Bracco Atletica) le cede mezzo metro. La gara sembra già finita e dopo l'exploit la reatina mette un 12.70m e una serie di nulli. La cussina non sembra proprio in grado di reagire fino a quando al quinto turno non trova la spallata giusta. Il lancio è lungo, molto lungo, ma non abbastanza per vincere. 13.35m, nuovo personale e seconda piazza assicurata.
Parma chiama Parma e mentre la Baruffini cerca di trovare il bandolo della matassa in pedana, Elisa Maria Di Lazzaro prova le partenze dei 60 ostacoli. La batteria per lei sembra una seduta di massaggi. Una passeggiatina di 8.69 che lascia a sessanta centesimi la seconda. La semifinale è una fotocopia: 8.70 dietro alla trentina Abigail Gyedu che chiude in 8.48. Quando si arriva alla gara per le medaglie le liste vedono l'ostacolista del G.S. Valsugana davanti all'altra favorita della vigilia Nicla Mosetti (Cus Trieste) e alla Di Lazzaro. Allo sparo la Gyedu mette il turbo e piomba sul traguardo in 8.42, secondo tempo di sempre under 20, la Di Lazzaro la imita e scrive 8.50 nella casella PB (sesto tempo all time) la triestina deve accontentarsi del bronzo in 8.73.
Ayomide Folorunso
Alle 10.30 l'addetto ai concorrenti fa entrare i duecentisti under 20. Andrei Zlatan (Atl. Reggio) vince la seconda batteria al fotofinish con il PB di 22.12,Diego Pettorossi (Virtus Bologna) corre praticamente da solo la terza in 21.93 e rifila un secondo a tutti. Sono secondo e terzo delle starting list dell'ultimo turno. Alla prova del fuoco la vittoria va al bresciano Federici, il bolognese conferma l'argento, ma Zlatan inciampa nell'ennesima prova sfortunata che lo priva della gioia di una medaglia ed è quarto in 22.25.
Poco dopo le 14.00 scendono in pista le protagoniste della finale più attesa in Emilia, quella dei 400 Promesse donne. Tutti gli occhi sono puntati su Ayomide Folorunso e Raphaela Lukudo, Parma contro Modena, Polizia contro Esercito. La fidentina parte subito fortissimo e dopo il primo giro rientra alla corda in vantaggio su tutte le avversarie, la Lukudo sembra essere l'unica a poter cercare di resistere e ci prova con caparbietà fino alla fine. Quando l'ex del Cus Parma smette di far girare le gambe il cronometro dice 53.60, secondo tempo di sempre fra le under 23. La modenese si mette al collo l'argento con 54.25, a soli quattro centesimi dal personale. Tutte le altre, quelle "normali", sono sopra i 55 secondi...
Tobia Bocchi
Quando comincia il triplo si capisce subito che Tobia Bocchi non sta benissimo, ciò nonostante rimane in testa alla gara fino al quarto salto quando Fabio Camattari (Biotekna Marcon) stampa un 15.17m che passa il neo-carabiniere di cinque centimetri. 
Che l'ex rugbista abbia talento da vendere è cosa nota, da ieri è nota a tutti anche la sua forza "mentale". La sua quinta rincorsa è di soli otto appoggi, hop, step, jump e fanno 15.52m, fine della storia. Chapeau!
Nella terza serie degli 800m gli junior accreditati dei migliori tempi  sanno che dovranno fare meglio di 1.55.92 per aggiudicarsi la maglia di campione italiano. Un buon tempo, ma tutt'altro che impossibile da battere. Nonostante questo vantaggio esitano ad alzare la cadenza, si studiano un po' troppo a lungo e alla fine la vittoria della serie in 1.57.14 frutta soltanto una medaglia di bronzo a Federico Mengozzi (Sacmi Imola). Sul gradino più alto del podio vanno Leonardo Cuzzolin (Pro Sesto) e Marco Zanella (Fanfulla Lodigiana, 1.56.62).
Come da tradizione sono i quartetti a chiudere la festa. Gli under 20 Xilo, Mastrippolito, Marchetti e Pettorossi dominano la sesta serie in 1.30.65 e portano in casa Virtus una stupenda medaglia d'oro; poco prima che i riflettori si spengano definitivamente sono le juniores Riccò, Branchi, Conte e Di Lazzaro ad aggiungere un ennesima medaglia di bronzo al ricchissimo carnet del Cus Parma.

Video (Indaco Athletics)
I 400 piani Promesse Donne 
Il salto vincente di Tobia Bocchi
L'argento di Elisa Maria Di Lazzaro

Tutti i risultati


domenica 7 febbraio 2016

"On your marks!" - Ancona. Italiani indoor Juniores e Promesse, prima giornata. La volata dei tre moschettieri

Il podio dei 60 piani Promesse
Sono state tante le belle prestazioni degli atleti dell'Emilia-Romagna ieri al Palaindoor di Ancona. Quasi tutti si sono battuti bene, molti hanno migliorato il proprio personale, qualcuno è salito sul podio, altri hanno meso le basi per salirci domani quando torneranno sui blocchi per le finali.
In occasioni come queste talvolta si fatica a decidere da che parte iniziare il racconto. Questa volta no.
Perchè se vedi una gara come quella dei 60 piani Promesse di ieri, dubbi non puoi averne. 
Che la giornata fosse una di quelle destinata a lasciare il segno lo si era già intuito dopo le batterie della mattina: prima eliminatoria a Simone Pettenati (Fratellanza) in 6.76 nuovo personale e tredici centesimi di distacco all'avversario più vicino; seconda tornata e vittoria facile per Marco Gianantoni (Virtus Bologna), 6.79, meno quattro centesimi sul pb e un decimo di vantaggio sul secondo; appena più complicato il compito di Lorenzo Bilotti (Sacmi Imola) che fa 6.87, vince il turno e si rimette la tuta in attesa della finale. Quando tornano sui blocchi l'esito è tuttaltro che scontato. 
Simone Bernardi
Bilotti e Pettenati escono dai blocchi meglio degli altri e il lughese rimane in vantaggio fino ai 50 metri quando il ventunenne della Fratellanza riesce a mettere le spalle avanti e si regala un ennesimo ritocchino al personale (6.73) e soprattutto la sua prima maglia di Campione d'Italia. Insieme alla medaglia d'argento arriva il personale anche per "Bilo"  (6.78. il vecchio 6.81 resisteva da due anni) e a completare la festa è il responso del fotofinish che conferma quello che l'occhio aveva già intuito: il bronzo è di Gianantoni (6.85).
Le altre gare sul rettilineo sono un'alternanza di esaltazione e delusione per i velocisti della nostra regione. Lo juniores Zlatan (Atl. Reggio) corre una batteria controllata, in semifinale apre il gas e corre in 6.85, un centesimo al di sopra del personale e accede al turno successivo con il terzo tempo. Nella gara per le medaglie qualcosa non funziona e il  6.90 che lo relega al quinto posto di certo non può soddisfarlo.
Scena analoga per Eleonora Iori (Fratellanza Modena) che in semifinale eguaglia il suo miglior tempo di 7.63 mentre nell'ultimo atto non trova il passo giusto e viene relegata dalla fotografia al quarto posto. Percorso al contrario, invece, per Giulia Storti (Interflumina) che passa bene i primi due turni ma senza strafare, per poi mettere il turbo in finale dove chiude in 7.68, argento e record personale. 
Una medaglia d'oro e "mezzo"per la nostra regione arrivano dai 1500 metri maschili. Quella "intera" è di Simone Bernardi (Sacmi Imola) che domina la gara juniores in 3.57.80, chiudendo fortissimo e lasciando quasi a un secondo e mezzo il migliore degli inseguitori, quella "a metà" è di Yassin Bouih. Il reggiano, da pochissimo arruolato in Fiamme Gialle, mostra ancora una volta il suo talento, lima quattro secondi al proprio primato e in 3.47.18 regola nell'utima parte  di gara la concorrenza del forte bellunese Enrico Riccobon.
Francesco Lama
Non è una vittoria, ma la medaglia d'argento di Francesco Lama brilla come fosse oro. La gara dell'asta è stata, come spesso accade, lunga, piena di capovolgimenti di classifica e scaramucce strategiche. L'imolese entra a 4.50, una misura che per lui dovrebbe essere poco più di un riscaldamento, ma qualcosa non va nei suoi automatismi e deve aspettare la terza prova per tirare un sospiro di sollievo. Nuovi brividi a 4.95 quando il saltatore imolese fa cadere per due volte l'asticella prima di trovare i giusti tempi di valicamento.  Si sale ancora un po' e a guidare la classifica parziale è Matteo Cristoforo Capello (Atl. Piemonte) che ha effettuato due sole prove a 4.80 e 5.00m, entrambe valide al primo colpo. Per rientrare in partita Lama chiede 5.05m, sbaglia le prime due e con una prova di  notevole maturità agonistica e intelligenza tattica tiene l'ultimo tentativo per i 5.10m. E' un azzardo, ma gli riesce. Dieci centimetri in più al personale e palla a Capello. Il piemontese è in giornata di grazia, effettua il suo terzo salto valido di giornata al primo tentativo e mette il suo sigillo alla gara.
Dalla pedana di Ancona per il giovane astista Sacmi arriva oltre alla medaglia la certezza di essere sulla strada giusta. Una strada che è appena cominciata.
Il 2016 del lunghista piacentino Stefano Braga (Riccardi) è stato fin qui un susseguirsi di ottime prestazioni e la gara di ieri avrebbe potuto essere la ciliegina sulla torta. Si può essere delusi da una medaglia d'argento che arriva grazie a un salto di 7.48? Saremmo portati a dire di no, ma ieri si sono incrociate una giornata particolarmente storta per il biancoverde apparso particolarmente falloso e una giornata particolarmente favorevole per il finanziere Simone Forte che atterrando a 7.61m  non solo ha indossato la maglia tricolore, ma ha anche migliorato di 20 centimetri il proprio record.
Gara in agrodolce anche per Jasmin Mukasi, ravennate approdata alla corte del Cus Bologna. La ventenne cussina mette a referto un 5.72m che migliora di un centimetro il suo precedente personale, ma è proprio un centimetro che la separa dalla medaglia di bronzo che va alla bresciana Paola Ercoli. Un debito con la fortuna da riscuotere in futuro.
Ultimi risultati da segnalare sono il quarto posto di Sara Vitiello (Self Montanari), e meno 20 secondi sul personale, nei 3 km di marcia Promesse  che ha chiuso a doli dieci secondi dal podio e il sesto posto nel lancio del peso di Gabriele Natali (Atletica Ravenna) che si è migliorato fino a 13.94m.
I 60 piani Promesse
Video di Indaco Athletics



sabato 6 febbraio 2016

Fuori Settore - La riunione di redazione della "Gazza"

La prima pagina della
Gazzetta di ieri
Ieri vi sono state forti polemiche sulle modalità in cui la stampa sportiva ha scelto di diffondere la notizia del doppio record italiano (e doppia WL) di Tamberi e Fassinotti e molti hanno protestato contro la visione eccessivamente"calciocentrica" dello sport italiano e la sudditanza di tutte le altre discipline allo sport pedatorio.
Siamo orgogliosi di comunicarvi che, grazie a un'approfondita indagine, Ottocorsie è venuto in possesso di immagini esclusive provenienti dalla redazione della Gazzetta dello Sport che dimostrano che la discussione sull'argomento è stata, come sempre, vivace ma pacata e rispettosa dei vari punti di vista e che l'atletica gode della giusta considerazione...



Fuori Settore - Agilità del disagio

Solo un giapponese può sopravvivere a una tale quantità di disagio in un solo allenamento...


venerdì 5 febbraio 2016

News - Doping World. Il ritorno del sangue di tartaruga

Wang Junxia
Una lettera risalente al 1995 ha riportato alla ribalta ieri Ma Junren dopo anni di oblio mediatico. 
Nel documento, attualmente al vaglio della Iaaf che deve stabiirne l'autenticità, la primatista mondiale dei 10.000 metri Wang Junxia racconterebbe i retroscena dei metodi fraudolenti di allenamento utilizzati dal coach del "miracolo cinese" degli anni '90.
Sappiamo fin troppo bene che alla maggior parte di voi il nome di Ma suscita la stessa curiosità che Don Abbondio si trova ad affrontare leggendo il nome di Carneade: "Chi era costui?"
Per quelli che sui campi di atletica invece hanno passato la fase dell'acne giovanile e ci stanno ancora oggi il nome dello "stregone-allenatore-padre-padrone" (cancellate le voci che ritenete non adatte a descriverlo) evoca ricordi indelebili. 
E' il marzo del 1992 quando a Boston, non senza una certa sorpresa, la diciannovenne Wang Jungxia si mette al collo la medaglia d'argento dei Campionati Mondiali Juniores di cross.  
Sorpresa, ma non troppo.La Cina ha un serbatoio immenso a cui attingere e non ci si deve stupire che possa contare su atlete di talento. Inoltre il settore del mezzofondo appare in forte crescita. Due anni prima la sua connazionale Qu Yunxia aveva vinto i 1500m ai mondiali junior su pista di Plovdiv e si era piazzata sesta negli 800. 
L'uomo dietro questi successi è l'allora semisconosciuto Ma Junren. Il mago dell'endurance made in
Ma Junren
China ha iniziato ad allenare in un piccolo liceo di una sperduta zona rurale, ma si è ben presto fatto notare per i risultati delle sue discepole. "I miei metodi si basano su una programmazione rigorosissima, sulla medicina tradizionale cinese  e su un rapporto che è un misto di rispetto e di amore e odio fra atleta e allenatore" racconterà in un'intervista.
E i suoi metodi sembrano funzionare.
Qualche mese dopo l'argento americano la Wang trionfa nei 10.000m dei mondiali under 20 di Seul e a Barcellona la Qu si mette al collo il bronzo olimpico. L'anno successivo è quello dell'esplosione. Ai mondiali di Stoccarda Wang sale in cima al podio dei 10.000m, Qu guarda tutte dall'alto in basso nei 3000m. A settembre, a Pechino, nel giro di cinque giorni, le due cinesi riscrivono il libro dei record nondiali: il giorno 8 Wang ferma i cronometri della più lunga gara in pista sul tempo di 29.31.78 (due minuti in meno del suo personale dell'anno precedente e 42 secondi in meno del vecchio primato mondiale...), il giorno 11 la Qu porta il record dei 1500 a 3.50.46 e la Wang la segue a 3.51.92, il 13 la Wang conclude il trittico chiudendo i 3000 metri in 8.06.11. 
Le polemiche infuriano, i sospetti sulla medicina tradizionale di Ma Junren vengono espressi a voce alta da buona parte della stampa internazionale, ma lui si difende dicendo che le sue ragazze bevono il sangue di una particolare tartaruga che dona loro un eccezionale vigore e che applica alla loro tecnica di corsa i suoi studi sulla corsa delle gazzelle...
Qu Yunxia
Il sodalizio fra il guru del mezzofondo orientale e il "Ma's Army", come era stato soprannominato il gruppo di fenomenali runners dagli occhi a mandorla, andrà avanti ancora a lungo fra storie di premi rubati, racconti di atlete picchiate perchè non assolvevano adeguatamente ai propri compiti in allenamento e sempre meno velate accuse di doping.  
Prima delle Olimpiadi di Sidney 2000 un gruppo di atleti facenti capo al chiacchierato responsabile del mezzofondo risultò positivo a un controllo antidoping e questo segnò la fine della carriera del giustiziere di tartarughe che venne discretamente messo alla porta dalla federazione cinese.
Per finire qualche numero per capire appieno l'influenza di Ma Junren sulla storia del mezzofondo.
Appartengono ad atlete allenate da lui 13 delle prime 30 performance all time sui 1500 metri. Fino al 2000 queste prestazioni erano 20, ed erano state ottenute tutte esclusivamente fra il 1993 e il 1997.
10 dei migliori 17 tempi all time sui 3000 metri appartengono a membri del "Ma's Army" e sono stati ottenuti fra il 12 e il 13 settembre 1993...
Secondo voi quanto tempo dovrebbe dedicare la Iaaf a verificare l'autenticità della lettera?




mercoledì 3 febbraio 2016

"On your marks!" - Indoor. Il sammarinese Mosconi è "il più alto" del Veneto

Matteo Mosconi aveva già dimostrato di essere in forma la settimana scorsa sulla pedana di Modena portando il personale al coperto a quota 2.04m. Sabato scorso a Padova ci ha tenuto a ribadire il concetto eguagliando il pb fresco di stampa e indossando la maglia di campione regionale veneto.
Il sammarinese, dal 2014 in forza alla Biotekna Marcon, ha iniziato con il piede giusto questa nuova stagione e, grazie a queste due prove di efficienza e al 2.06m fallito per un soffio nella gara emiliana, ha ottenuto un'iniezione di fiducia con cui puntare decisamente a superare il 2.09m che ha messo a referto per tre volte nella scorsa stagione outdoor.
"Sono soddisfatto di queste due gare ma adesso devo incrementare la misura - ha commentato il venticinquenne del Titano - Ora dovrei partecipare a tre o quattro meeting per ottenere il minimo per gli Assoluti (2.10m, NdR) in programma a inizio marzo." 
Matteo Mosconi
"Per la stagione all'aperto oltre ai meeting in Italia dovrei partecipare ai Giochi dei Piccoli Stati che si terranno a Malta e forse ad una manifestazione in Albania. Sto lavorando davvero molto bene con Giulio Ciotti, il tecnico federale. Lo scorso anno ho fatto dei grandi progressi ma di media sono stato stabile intorno a 2.06/2.07, in questa stagione dovrò cercare di raggiungere dei picchi di prestazione. L'obiettivo del 2016 è salire a 2.15m, ma in futuro nel mirino ci sono almeno i 2.20m."
Domenica invece, sull'anello di Ancona, è stato il giovanissimo velocista Alessandro Gasperoni a regalare un'ennesima soddisfazione all'atletica della Repubblica. Lo juniores dell'Olimpus si è piazzato al quinto posto correndo il giro di pista in 22.80 a soli otto centesimi dal podio, ha polverizzato il suo primato all'aperto di 23.09 ottenuto due anni fa e, soprattutto, ha ottenuto il pass per i tricolori di categoria in sala.
Questi ultimi due risultati hanno soltanto potuto migliorare il clima di generale soddisfazione per la salute dell'atletica sammarinese che si è respirato durante la cerimonia di premiazione della federatletica biancazzurra. 
Il Presidente Marco Guidi è stato piuttosto impegnato nel distribuire onorificienze: in primis ai medagliati dell'edizione 2015 dei  Giochi dei Piccoli Stati, gli altisti Rossi e Mosconi (argento e bronzo) e il giovane Ercolani Volta (secondo nei 400 ostacoli). Poi è stato il turno dei vincitori dei Campionati Nazionali di Corsa su Strada Matteo Felici e Maria Teresa Giardi e dei Presidenti di Olimpus (Simona De Luigi) e G.P.A. (Carlo Tasini) che hanno tagliato il traguardo dei 20 e 15 anni di guida dei rispettivi club.
Nella stessa serata sono state consegnate le medaglie di bronzo ai componenti della 4X100 dei Giochi 2013 (Bucci, Righi, Gorrieri e Molinari) dovute alla squalifica del quartetto cipriota che abbiamo già raccontato qui.

martedì 2 febbraio 2016

Mondo Atletica - Grenada. Carifta Trials. Saranno un po' tamarri, però...

Dobbiamo ammetterlo, da quando lo abbiamo scoperto nutriamo per il nostro "amico" tamarro caraibico un'insana passione, paragonabile soltanto al periodo da cantante trash di Amadeus (Saltellare...).
Carifta Trials, nuova manifestazione e nuovo spot, un po' meno "carico" di quello che vi abbiamo mostrato qualche settimana fa (vedi qui), ma sempre pieno di entusiamo.
A dire la verità forse da parte nostra c'è un po' d'invidia per quell'entusiamo. Da noi lo slogan promozionale più diffuso è ancora quel "Fai atletica, non farai panchina" che fa pensare alla foto elettorale di qualche anno fa con Bersani in un bianco e nero bulgaro e le maniche della camicia arrotolate. I risultati di sicuro sono più o meno quelli...
Ma è possibile che non si possa trovare un bel tamarrone nostrano che invogli i ragazzi a mollare il parkour per il salto con l'asta?

Fotofinish - Le più belle immagini sul web

L'Africa vola! 
Come può.
#menopippe