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mercoledì 9 marzo 2016

News - Doping World. A chi fa male il doping? Alysia Montano: "Fuori Gay e Gatlin dalla nazionale Usa"

Alysia Montano
A chi fa male il doping?
A chi ne fa uso, questo è certo. Fa male allo sport in generale, perché viene a mancare la lealtà reciproca, il pilastro fondamentale su cui si basa la competizione. Fa male anche a chi lo sport si limita a guardarlo, perché viene privato della possibilità di emozionarsi fino in fondo per lo spettacolo a cui assiste. 
Soprattutto fa male a tutti quegli atleti puliti che si vedono superare da chi non rispetta le regole. Forse è per questo che Alysia Montano, ottocentista americana quinta ai Giochi di Londra, non ha avuto peli sulla lingua nel rispondere alle domande dei giornalisti durante la conferenza stampa della squadra Usa lunedì scorso a Los Angeles. 
"Credo sia necessario un approccio a tolleranza zero nei confronti di chi ha imbrogliato in passato e che chi è stato pescato positivo debba essere estromesso dalla nazionale. Compresi Justin Gatlin e Tyson Gay."

La mezzofondista a stelle e strisce, nota per il suo vezzo di indossare un fiore fra i capelli durante le gare, é forse una delle atlete più danneggiate dalle pratiche emerse dal "Russiagate" (sono ben quattro i casi sotto esame da parte degli organismi internazionali giudicanti che la vedono coinvolta come vittima) e davanti ai reporter americani non ha usato giri di parole per esprimere la sua indignazione.

"Tutti hanno una buona scusa - ha dichiarato la Montano - Io sono convinta che ognuno sia responsabile al 100% di quello che mette nel suo corpo. Non puoi dire che ti hanno fatto un massaggio con delle sostanze o che non sapevi che quei farmaci che assumevi fossero proibiti. Questi personaggi vogliono giocare la carta dell'ingenuità, ma siamo tutti un po' troppo grandicelli.
Non mi interessa se queste sono parole forti. Sono vere." 
Gatlin (di cui ci siamo già occupati qui) è incappato per ben due volte nelle maglie dell'antidoping ed è riuscito ad uscirne grazie a una lunga battaglia legale combattuta su alcuni cavilli.
Gay, squalificato nel 2013, è tornato a gareggiare lo scorso anno raggiungendo la finale dei Mondiali di Pechino. 
"Sono un atleta americana - ha continuato la Montano - e conosco il nostro motto: 'Sostieni i tuoi compagni di squadra'. Ma i miei compagni sono atleti puliti." 

Sinceramente non sappiamo se gli americani abbiano un modo di dire corrispondente al nostro "cane non mangia cane". Se esiste, evidentemente, la Montano ha scelto di ignorarlo, ma che fosse una donna con una tempra fuori dal comune lo sappiamo da quando la vedemmo correre un 800 in 2.32 incinta di otto mesi...

Per ironia della sorte mentre leggevamo su alcuni siti d'oltreoceano le dichiarazioni che vi abbiamo appena riportato, sul sito Fidal usciva l'asettico comunicato che vedete qui a fianco.
Niente da dire. Niente da recriminare. Tutto secondo le regole.
Aspettiamo di sapere se ci sia qualche azzurro che ogni tanto sceglie di ignorare i proverbi dell'italica tradizione.

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